Il concetto di terzo spazio introduce una nuova tipologia di spazio oltre a quelli tradizionali conosciuti come quello familiare e di lavoro, cioè quello dedicato alla vita sociale e all’interazione, dove nascono e si diffondono idee di qualsiasi genere (culturali, di innovazione, etc).
Nel corso del tempo questo concetto ha continuato ad evolversi andando ad includere spazi come quello delle biblioteche e dei centri sociali ma soprattutto alcuni tipi di workcoffee come Starbucks, precursore assoluto nella più recente evoluzione del concetto di terzo spazio.
Nel frattempo, con il passaggio all’era digitale, qualsiasi distinzione fra spazio digitale e spazio fisico è stata praticamente abbattuta cosí come la barriera della comunicazione, che rimane pur sempre un elemento fondamentale. L’insieme di questi fenomeni rende, in alcuni contesti, sempre meno necessario il bisogno di avere uno spazio fisico unico vero e proprio, come nel caso degli uffici, per ritrovarsi a scambiare e realizzare idee.
Inoltre, se la tendenza di lavorare in remoto giá stava pian piano prendendo sempre più piede, oggi, con l’avvento della pandemia COVID-19, il concetto di terzo spazio ha fatto un balzo improvviso ed importante, radicandosi quasi del tutto nelle nostre nuove abitudini lavorative indipendemente dalla sua tipologia, quando applicabile naturalmente. L’emergenza sanitaria ha tuttavia colto tutti impreparati per cui, nonostante fosse un fenomeno giá in crescita, molte persone stanno trovando difficoltà nel lavorare da casa di fatto generando una nuova tipologia di domanda. Questa situazione ha quindi fatto esplodere il bisogno di trovare uno spazio tranquillo dove poter lavorare, in gruppo o da soli, munito di WiFi e magari un cucinino per poter cucinare.
Airbnb, ad esempio, si è mosso subito creando una nuova sezione dedicata chiamata
Airbnb for Work realizzata apposta per offrire alle imprese ed i suoi impiegati diverse soluzioni: un alloggio dove praticare smart working individuale, attivitá dedicate allo sviluppo del team building ed uno spazio di lavoro piú ampio per ospitare più lavoratori che si distingue per creativitá, tranquillità ed una potente rete WiFi.
Gli hotel si sono giá lanciati in questa direzione offrendo le proprie stanze come uffici di giorno e alloggio di notte, da qui il nome “hotel ibridi”, una soluzione che permette di riciclare il prodotto senza snaturarlo e dedicarlo per forza solo ad una delle due funzioni. In questo modo si differenzia il prodotto e si generano piú ingressi dato che la modalitá di vendita distingue i due usi. Una persona puó conseguentemente affittare una stanza solo per uso classico, pernottamento, per uso lavorativo, come ufficio durante la giornata, o entrambi. Cosí facendo una stanza si puó potenzialmente vendere due volte.
In conclusione, viene da sé che la strategia centrata nello sfruttamento del concetto del terzo spazio propone un’alternativa molto valida tanto agli hotel come ai property managers che gestiscono case vacanza. La crescente domanda è una grande opportunitá che puó generare ingressi aggiuntivi, rivoluziona il concetto di prodotto e differenzia ancor di piú l’offerta.